
Egitto; doppio attentato alle Chiese copto-egiziane
- Scritto da Commissione Comunicazione
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Ultima escalation di violenza durante la Domenica delle Palme, anche questa volta vede coinvolto l'Egitto, a pochi mesi dall'ultimo attentato di dicembre che ha registrato molti morti avvenuto nella Cattedrale di San Marco a Il Cairo.
Ieri, giornata simbolica per i cristiani di tutto il mondo, l'Egitto è stato teatro di un doppio attentato suicida in due chiese copto-egiziane.
Il primo nella cittadina di Tanta, al nord del Cairo, si è verificato verso le 9.30 di domenica mattina. L'esplosione è avvenuta nelle prime file della Chiesa di Mar Girgis, mentre un gran numero di persone assistevano alla Messa.
Si sta ancora cercando di chiarire se l'esplosione è avvenuta a distanza tramite un ordigno posizionato sotto una delle panche della chiesa o se è stata provocata da un attentatore suicida; il bilancio è di 27 morti e 78 feriti.
Qualche ora dopo, verso le 13.00 si è verificato il secondo attentato questa volta fuori dalla Chiesa di San Marco ad Alessandria dove il Patriarca della chiesa copta Teodoro II stava celebrando la Messa in occasione proprio della Domenica delle Palme.
All'interno della chiesa non sono stati registrati feriti perché l'attentatore kamikaze, bloccato preventivamente da 3 militari, si è fatto esplodere all'ingresso.
Qui il bilancio è stato di 17 morti e 48 feriti, tra cui i tre militari di guardia all'ingresso.
Ecco come l'incubo terrorismo non smette ancora di diffondersi, anche tra i fedeli copti-egiziani. I copti sono una piccola minoranza della popolazione d'Egitto e sono una delle prede più colpite dall'Isis, sopratutto in luoghi come l'Egitto in cui l'Isis possiede cellule molto ben strutturate e organizzate. Dal 2013 si contano più di 40 aggressioni a danno dei cristiani e attacchi alle chiese, circa un episodio al mese.
L'ennesimo attacco che porta sotto ai nostri occhi scene alle quali non siamo più abituati (o forse no?). Ci si sente sempre più vulnerabili e si sta radicando in noi la tendenza a rinunciare ai nostri diritti perché ci sentiamo vittime di un terrore causato da qualcosa e qualcuno che non riusciamo a spiegarci fino in fondo. Ma nonostante il numero delle vittime per terrorismo in occidente sia molto più basso rispetto al resto del mondo non dobbiamo considerarci fuori dagli obiettivi del terrore. Siamo tutti possibili prede di una violenza che semina morte e terrore, accresce l'odio tra i popoli, le religioni, gli stati. Vittime di una mancata consapevolezza tra quello che si provoca e quello che si subisce.