“Giovani e Lavoro”, protagonisti ieri e oggi

Il 21 ottobre 2017 presso la sala blu del collego Artigianelli ha avuto luogo l’iniziativa dell’Arcidiocesi di Torino “Giovani e Lavoro”, un seminario di studi composto da due sessioni tematiche, la prima relativa al tema giovani, lavoro ed educazione, mentre la seconda incentrata sulla prospettiva policentrica sui giovani. Come membro del movimento GiOC sono stato invitato a partecipare attivamente al workshop, sedendo alla tavola rotonda della seconda sessione e riportando l’esperienza della Campagna di Azione “I NEET YOU” conclusa nel 2016.

La mattinata è stata parecchio stimolante: gli esperti del primo turno, L. Aburrà e D. Marini, hanno delineato un quadro della situazione dei Neet e della disoccupazione giovanile molto chiaro e strutturato, descrivendo non solo i diversi profili e le tante sfaccettature in cui possono riconoscersi i giovani ma anche tracciando le cause sociali che nel tempo hanno portato a tale fenomeno. Interessante è stato anche concentrarsi sulla forte relazione che intercorre tra il lavoro e l’educazione, arrivando a concludere che quest’ultima è fortemente veicolata dall’esperienza lavorativa che si vive è che quindi sarà importante riuscire a coltivare sempre più questi due aspetti insieme. Quello che gli esperti hanno suggerito è un vero e proprio cambio di paradigma del mondo del lavoro, nuovo e da ripensare, abbandonando gli schemi cui siamo soliti fare riferimento. Questo aspetto mi ha molto colpito e lo condivido appieno, poiché abbiamo avuto tutti modo di sperimentare con la Campagna di Azione quanto sia difficile e talvolta restrittivo fare azione nella complessa realtà giovanile muovendosi per etichette e canoni.

La seconda sessione invece è stata una tavola rotonda in cui si sono condivise alcune esperienze e buone prassi di alcune realtà, tra cui la Gioc stessa, di cui ho avuto occasione di descrivere la riflessione emerse a seguito di I NEET YOU, in ottica di miglioramento nel prossimo progetto che ci vede spesi attivamente, il “Laboratorio Metropolitano”, coordinato dall’Ufficio di Pastorale Sociale e del Lavoro.

Sono molto soddisfatto di questa esperienza, poiché è stata data un’occasione concreta ad una realtà giovanile come la GiOC di salire da protagonista su un palco per portare la propria voce la propria esperienza. Non nego che mi sono sentito inorgoglito nel notare come la GiOC sia stata promotrice di alcune riflessioni che oggi sono ampiamente affrontate e discusse, ma reputo importante che, come parte di Chiesa, riusciamo a creare sempre più canali di collaborazione con la rete che abbiamo a disposizione, per arrivare a quell’incisività che a volte ci è venuta meno. Siamo sulla buona strada, avanti così. 

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