
“Evangelizzazione del mondo del lavoro” e Don Gianni Fornero
- Scritto da Commissione Comunicazione
- Visite: 1684

Il 10 di febbraio ho svolto servizio civile presso la fondazione Fornero, partecipando alla conferenza sull’evangelizzazione nel mondo del lavoro. È stata una bella occasione per rivolgere lo sguardo verso una realtà più ampia ed avere una conoscenza più approfondita delle realtà ecclesiastiche esistenti sul territorio torinese, come ad esempio l’Azione Cattolica e la Pastorale Sociale del Lavoro. Nella giornata sono stati affrontati diversi temi, come l’importanza della fede e come la chiesa può rinnovarsi per riuscire ad arrivare a quante più persone possibili, in particolare ai giovani lavoratori. Si è parlato molto anche delle figure di diversi laici e preti che sono stati importanti per Torino e che hanno dato un grande contributo all’impegno nel mondo del lavoro e alla diffusione della fede. Proprio per questo l'incontro è stato dedicato al ricordo di Don Gianni Fornero, rilevante figura sia per la Gi.O.C che per la pastorale del lavoro. Rendere memoria a Don Gianni ha l’obiettivo di far conoscere le radici profonde da cui sono nate diverse associazioni, tra cui la Gi.O.C ma anche ricevere un input per metterle in pratica ai tempi d’oggi.
I molteplici interventi sono stati uno spunto di riflessione su alcuni argomenti, come il progetto educativo a cui Don Gianni ha dato inizio e che è stato portato avanti da diversi sacerdoti e laici, che hanno rivolto la loro attenzione soprattutto al mondo operaio, in quanto ciò che emergeva è stato che l’esperienza lavorativa spesso allontanava dalla fede. Nel fare questo la Gi.O.C è stata ed è in prima linea, in quanto per i giovani è un’occasione di responsabilizzazione e di riavvicinamento alla spiritualità.La cosa che principalmente mi ha colpito è stato il modo in cui i diversi partecipanti hanno ricordato Don Gianni, descrivendolo come un esempio da seguire. Don Roberto ad esempio lo ha dipinto come un uomo appassionato mentre il vescovo lo ha ricordato, un po’ come tutti, nella sua esperienza di prete operaio, interessato ai temi sociali e del mondo del lavoro. La presenza del vescovo è stata molto stimolante, in quanto ha puntualizzato come non siano i lavoratori ad essere distanti dalla chiesa, ma viceversa e che la chiesa debba trovare nuovi metodi per riavvicinarsi ai lavoratori. Inoltre ha ricordato come Don Gianni avesse uno stile di dialogo capace di unire e mettere in contatto questi due mondi.Successivamene si è tenuta una tavola rotonda, in cui 4 amici di Don Gianni hanno portato la loro testimonianza di conoscenza e hanno condiviso con noi cosa Don Gianni abbia significato nelle loro vite. È stato bello sentirli parlare, in quanto è stato un modo per avere qualche elemento di conoscenza in più verso questa figura, che altrimenti per me risulterebbe troppo vaga e distante, non avendone avuto conoscenza diretta. In particolare nella tavola rotonda sono intervenuti Suor Silvana, Arturo Faggio, Antonio Sansone e Don Giacomo.Quello che più mi"ha colpito del discorso di Suor Silvana è stato che all’inizio Don Gianni era una figura scomoda per lei, da quanto raccontava perché l’ha messa davanti ad un diverso modo di vedere le cose, costringendola a ripensare e a modificare la visione del suo modo di operare. Ma Suor Silvana ci ha raccontato come questo poi l’abbia portata a stimare Don Gianni e a considerarlo come un amico caro e ad essergli grata in quanto la conoscenza con la Gi.O.C. l’ha indotta a rivalutare tutta l’impostazione delle sue convinzioni.In seguito è intervenuto Artur" Faggio, ex presidente della Gi.O.C, che ci ha spiegato come per lui la Gi.O.C rappresentasse un modo per generare dei cambiamenti e vivere nella fede, oltre che poter camminare a fianco dei più deboli e vivere una realtà di condivisione e di gruppo. Arturo ha parlato anche della revisione di vita, posta a fondamento della Gi.O.C, come progetto di vita e come guida per vivere la vita quotidiana ed interrogarsi continuamente sugli eventi che ci accadono.Il terzo intervento, di Antonio S"nsone, è stato interessante in quanto ha evidenziato gli insegnamenti che gli sono stati trasmessi dall’incontro con Don Gianni e con la Gi.O.C. e di come abbiano influito in maniera totalizzante sulla sua vita. Proprio per questo motivo ha sentito poi di doverli spendere nel campo del sindacato, per avere l’occasione di poter ascoltare le persone e dare loro voce, offrendo loro un sostegno nel difficile mondo del lavoro. L’ultimo intervento della tavola roton"a è stato di Don Giacomo, che sostiene di dovere a Don Gianni ed alle esperienze condivise con lui il fatto di essere prete oggi. Tra i valori che gli sono stati trasmessi da Don Gianni ci sono l’avere una particolare attenzione alla vita delle persone, mettendole sempre al centro e aiutandole a riscoprire il messaggio del Vangelo attraverso la revisione di vita. Per c"ncludere questa mattinata di argomentazioni su come la chiesa possa rinnovare la sua funzione a fianco dei lavoratori, sono intervenuti Eleonora ed Alessandro. In particolare Eleonora ha sottolineato il r"olo della Gi.O.C oggi, come realtà che si occupa dei giovani lavoratori, attingendo agli insegnamenti di Don Gianni per portare avanti i valori cardine dell’associazione e per migliorarsi sempre più. Questo è evidente nei diversi progetti in cui è attualmente coinvolta la Gi.O.C., come quello con i neet oppure la collaborazione con il progetto policoro e l’azione cattolica, indicando come la Gi.O.C, sia ancora oggi molto coinvolta nelle questioni del mondo giovanile e del lavoro.Alessandro ha"riassunto il ruolo della pastorale del lavoro al giorno d’oggi, che deve rivolgersi all’evangelizzazione del mondo del lavoro in particolare tra i giovani, ma sottolineava come questo debba essere un compito di tutta la chiesa, la quale in particolare, citando Don"Gianni, “deve farsi compagna di strada, impedendo con la sua azione il diffondersi dello smarrimento, ma incoraggiando tutti a mettere insieme le non poche risorse” per dare più valore alle singole esperienze di vita e rafforzarsi grazie al cammino comune.